Analizziamo la normativa vigente per quanto riguarda l’installazione degli impianti elettrici civili.
Qualsiasi abitazione necessita dell’installazione di un impianto elettrico. Oramai non vi è strumento, dispositivo o accessorio che non venga alimentato dall’energia elettrica. Non solo per le comuni utenze, un impianto elettrico è necessario per aggiungere qualsiasi sistema di regolazione per il risparmio energetico, per la domotica e per gli impianti di sicurezza.
Per evitare pericoli per la sicurezza di persona e dell’immobile è opportuno assicurarsi che l’impianto venga realizzato seguendo le istruzioni della normativa del Comitato Elettrotecnico Italiano, o CEI. Osserviamo insieme come si compone il quadro legislativo di riferimento e quali sono i livelli qualitativi di un impianto a norma.
Il quadro legislativo italiano: le regole per l’installazione degli impianti elettrici civili
Di base, per realizzare qualsiasi impianto bisogna seguire le istruzioni del Decreto Ministeriale n. 37 del 22/01/2008 e della norma CEI 64-8. In particolare, la norma CEI rappresenta un’importante evoluzione del concetto di impianto elettrico: un impianto a norma non deve essere solamente sicuro, ma deve soprattutto garantire standard minimi di prestazioni in termini di funzioni, di usabilità e di fruibilità.
Nel 2011 la norma è stata integrata con un nuovo allegato che, attraverso la definizione di livelli minimi delle dotazioni nel settore residenziale, ha introdotto un nuovo modo di classificare l’impianto elettrico.
I livelli qualitativi di un impianto elettrico a norma
Un impianto elettrico civile a norma è progettato in base alla potenza raggiungibile, fino a 3 kW per superfici fino a 75 m2, 6 kW per superfici maggiori. Per protezione differenziale devono essere installati due interruttori che garantiscano la continuità di servizio. Ad esempio, la linea dei grandi elettrodomestici deve essere diversa da quella per luci e prese.
Inoltre, i sistemi elettrici che compongono l’impianto sono classificati in tre livelli qualitativi che ne definiscono usabilità e funzionalità.
Nel livello 1 sono stati individuati i requisiti minimi per un impianto elettrico a norma: numero di prese e punti luce in base alla superficie, parametri per la collocazione delle prese in base al locale e via dicendo. Generalmente una presa va sempre messa accanto alla porta di accesso al locale, mentre gli altri punti vanno distribuiti uniformemente lungo le pareti.
Il livello 2 comprende tutti i punti del livello 1 con l’aggiunta dell’installazione di un sistema di controllo dei carichi che permette di scollegare qualche punto senza dover far saltare l’intero impianto in caso di sovraccarico.
Il livello 3 è il livello definito domotico. Un impianto di livello 3 sa gestire almeno quattro di queste funzionalità: sorveglianza antintrusione; controllo dei carichi; gestione della temperatura; automazione di serrande e remote control via telefono mobile; impianto hi-fi diffuso e sistema di rilevazione fumo e gas.