Impianti elettrici industriali: cosa sono e tipologie

La principale differenza tra gli impianti elettrici industriali e quelli civili riguarda la potenza di richiesta. L’energia necessaria per far funzionare grandi macchinari costantemente, e in grande numero, è decisamente meno di quella richiesta per accendere luci ed elettrodomestici di un’abitazione.

Per di più gli impianti elettrici industriali devono rispettare norme di sicurezza ancor più rigide rispetto a quelli civili.

La normativa, infatti, stabilisce diverse tipologie di distribuzione dell’impianto in base alla configurazione del complesso di cavi e degli elementi di sostegno e connessione: in vista, in tubo, in canale, e a condotto.

Gli impianti, detti anche sistemi elettrici, si dividono in altre quattro tipologie, 0, 1, 2 e 3 in base alla tensione nominale, che spieghiamo qua sotto.

I sistemi elettrici 0, 1, 2 e 3

Gli impianti elettrici sono apparati, sistemi che trasportano corrente elettrica. Possono essere classificati in base alla tensione nominale, per definizione il valore della differenza di potenziale dipendente dallo stato del cavo neutro verso terra. In pratica, possiamo semplificare dicendo che corrisponde al voltaggio dell’impianto e alla tensione massima entro la quale dispositivi e macchinari possono funzionare in sicurezza e senza danneggiarsi.


Gli impianti vengono così suddivisi in:

  • Categoria 0, a bassissima tensione (CA<50 V; CC<120V)

Categoria 1, a bassa tensione (50V≤CA≤1000V; 120≤CC<1500V)

  • Categoria 2, a media tensione (1000V≤CA<30000V; 1500≤CC<30000V)
  • Categoria 3, ad alta tensione (CA>30000; CC>30000).

CA e CC indicano rispettivamente la corrente alternata e la corrente continua non ondulata.

La distribuzione di un impianto elettrico

In base alla configurazione del complesso di cavi e degli elementi di sostegno e connessione dell’impianto, si distinguono quattro tipologie di distribuzione.

La distribuzione in vista consiste nel lasciare i cavi elettrici visibili, attaccati alle pareti o al soffitto. Per una distribuzione in tubo invece i cavi conduttori vengono fatti passare all’interno di tubi di protezione per tutto il percorso. Il tubo può essere fissato alle pareti tramite supporto o inserito direttamente nelle pareti in modo da diventare completamente invisibile. La distribuzione in canale invece vede i cavi passano all’interno di un sistema di contenitori che possono trovarsi sospesi, posizionati a parete oppure poggiati direttamente sul pavimento. Questa soluzione è particolarmente adatta per capannoni industriali o edifici da destinare a impianti industriali. Infine, la distribuzione a condotto richiede apposite cavità ricavate direttamente nelle pareti o nel pavimento dove vengono fatti poi passare i conduttori.

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