Impianto elettrico a vista, come si realizza e cosa prevede la normativa vigente

Impianto Elettrico a Vista

Cos’è un impianto elettrico a vista, come si realizza e cosa prevede la normativa attualmente in vigore. Tutto quello che devi sapere.

Un impianto elettrico a vista è un tipo di dispositivo collocato esternamente alle pareti, dunque visibile. Come è possibile dedurre dal nome, il vantaggio di questo tipo di impianto è quello di non richiedere alcuna opera di scasso sulle pareti, soffitti o muri, garantendo allo stesso modo la massima efficienza e sicurezza.

Si tratta di un tipo di impianto molto gettonato tra i giovani, soprattutto perché unisce il design e l’estetica, alla funzionalitá e al risparmio. Piú specificamente l’impianto elettrico a vista presenta anche una facile manutenzione e conseguente modifica e sostituzione grazie alla presenza di canalette esterne e accessori di giunzione collocati direttamente in placche esterne.

Come scritto, l’impianto elettrico a vista non richiede opere edili divenendo a tal proposito la soluzione ideale per immobili sottoposti a tutela diretta o vincolati e prevedendo un’installazione rapida e veloce a costi ridotti.

Come si realizza

La progettazione e la realizzazione di un impianto elettrico a vista comprende l’esecuzione di alcuni passaggi fondamentali:

  • Redigere uno schema d’impianto per valutare al meglio il posizionamento di prese, luci ed interruttori;
  • Installazione delle varie componenti;
  • Disposizione di cavi lungo le pareti e soffitti.

La normativa

A livello normativo, l’impianto a vista richiede le medesime accortezze dell’impianto tradizionale: saranno tecnici autorizzati a fornire la certificazione dell’impianto garantendo gli standard di sicurezza previsti dalla legge, a seguito dell’installazione e della manutenzione.

Le norme che conferiscono sicurezza ed efficienza ad un impianto elettrico a vista sono la Norma CEI 64/08 (definisce i requisiti per la realizzazione e la progettazione degli impianti), la Legge n.186 del 1º marzo 1968 (fornisce le disposizioni per la produzione di macchinari, materiali ed impianti elettrici ed elettronici), la Legge n.46 del 5 marzo 1990 (attesta i requisiti per la sicurezza) e ed il DM n.37 dell’11 gennaio 2008 (fornisce l’obbligo di progettazione dell’impianto elettrico nelle opere di ampliamento, trasformazione ed installazione).

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Dichiarazione di Rispondenza impianto elettrico: cos’è e a cosa serve

Dichiarazione rispondenza impianto elettrico

La Dichiarazione di Rispondenza (DiRi) è un documento che attesta che un impianto elettrico venga progettato e realizzato a norma.

La Dichiarazione di Rispondenza di un impianto elettrico è ritenuto un testo sostitutivo della Dichiarazione di Conformità: il DiRi è infatti un requisito fondamentale in mancanza della Dichiarazione di Conformità volto a tutti i tipi di impianti ad uso civili o destinati ad attività commerciali e relative al settore terziario.

Nello specifico, necessitano della Dichiarazione di Rispondenza gli impianti elettrici, gli impianti di protezione antincendio, gli impianti di distribuzione gas, gli impianti idraulici e gli impianti di climatizzazione.

Differenza tra la Dichiarazione di Conformità e la Dichiarazione di Rispondenza di un impianto elettrico

La Dichiarazione di Conformità per gli impianti elettrici viene rilasciata alla fine dei lavori, direttamente dall’impresa che ha installato i dispositivi, come garanzia del fatto che lo stesso impianto è stato realizzato seguendo regole tecniche ed è dunque a norma. I lavori che necessitano di una DiCo per l’impianto elettrico sono: l’installazione di un nuovo impianto elettrico, il suo rifacimento e la manutenzione straordinaria dell’impianto esistente.

Diversamente dalla Dichiarazione di Conformità, la Dichiarazione di Rispondenza per un impianto elettrico viene rilasciata dall’installatore e può essere prodotta per impianti installati fino al 28/03/2008.

Caratteristiche della DiRi

La Dichiarazione di Rispondenza viene solitamente preceduta da un sopralluogo che verifica lo stato degli impianti e dallo studio di una documentazione pregressa, qualora fosse disponibile. Quest’ultima viene utilizzata dal tecnico professionista che dovrà però accertare la correttezza delle informazioni che vi sono contenute. Oltre alla verifica, il certificatore deve classificare gli impianti in base ai rischi questo perché la Dichiarazione di Rispondenza non viene rilasciata agli impianti che non presentano i requisiti essenziali di sicurezza.

La DiRi viene compilata inserendo una serie di scritti e documenti quali: lo schema dell’impianto elettrico, la planimetria dell’immobile che lo ospita, la relazione di verifica dell’impianto, l’identificazione e abilitazione del professionista che redige la DiRi e la stessa validazione con timbro da parte del professionista.

La Dichiarazione di Rispondenza per l’impianto elettrico viene solitamente prodotta in duplice copia, consegnandone una direttamente al committente e depositata dallo stesso professionista al Comune di riferimento.

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Impianto elettrico a norma: i requisiti

Impianti elettrici

Quali sono i requisiti necessari per un impianto elettrico a norma: cosa prevede la normativa attualmente in vigore.

Un impianto elettrico viene considerato a norma di legge se viene certificato dalla dichiarazione di conformità, quale documento che attesta la messa in regola di un impianto da parte del professionista abilitato.

Un impianto elettrico a norma deve possedere alcune caratteristiche o meglio requisiti che bisogna rispettare. I requisiti degli impianti elettrici domestici sono piuttosto diversi rispetto ai principi regolatori che riguardano la messa in regola degli impianti installati negli ambienti lavorativi che invece risultano più stringenti e dettagliati.

Requisiti per un impianto a norma

I requisiti che deve possedere un impianto elettrico a norma sono i seguenti: messa a norma da parte di un’azienda registrata, salvavita, interruttori magnetotermici, impianti protetti, sezione cavi, suddivisione dell’impianto elettrico e messa a terra.

Partendo della messa a norma da parte di un’azienda registrata, è necessario il rilascio della Dichiarazione di Conformità che può essere redatto solo ed esclusivamente da personale regolarmente iscritto al registro delle imprese. Questo significa che qualunque intervento (manutenzione, modifica, installazione) svolto su un impianto elettrico deve essere necessariamente eseguito da un professionista: non possono essere considerati a norma di legge gli interventi “fai da te”.

Un altro importante fattore che distingue in impianto elettrico in regola da uno non a regola è il salvavita, quale interruttore differenziale che interrompe il flusso elettrico in caso di dispersione elettrica o folgorazione mettendo in sicurezza l’immobile.

Sicurezza degli impianti elettrici

La protezione degli impianti elettrici viene garantita da altri requisiti importanti quali gli interruttori magnetotermici che proteggono dalle conseguenze di un cortocircuito: ogni impianto deve essere installato evitando ogni tipo di contatto con le persone.

Gli altri requisiti per i quali si considera un impianto a norma riguardano il diametro dei cavi utilizzati, che dev’essere bilanciato sulla portata dell’impianto, la suddivisione dell’impianto in più parti per regolare l’afflusso di energia e la messa a terra, che consente la dispersione del flusso elettrico nel terreno.

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Simboli impianto elettrico, come leggerli: la lista completa

Simboli impianto elettrico

Sai come leggere i simboli presenti sull’impianto elettrico? No? Nessun problema. Ecco una pratica guida per tutti.

Ogni impianto elettrico viene realizzato seguendo attentamente delle regolamentazioni e delle istruzioni ben definite. Una di queste regole prevede l’inserimento di una serie di simboli, sigle e lettere che servono a riconoscere facilmente e intuitivamente le singole parti dell’impianto, le caratteristiche specifiche e altre importanti informazioni.

Saper riconoscere e leggere i simboli elettrici è indispensabile per qualunque operatore, ma può tornare molto utile anche ai singoli utenti, sia per le semplici installazioni di dispositivi elettronici e piccoli elettrodomestici che per spiegare o notificare un problema all’azienda manutentrice.

Nell’articolo di oggi abbiamo preparato la lista completa dei simboli e delle sigle contenute in un impianto elettrico a norma per aiutarti a fare pratica e imparare a leggerli con facilità.

Simbologia dell’impianto

Un impianto elettrico viene sempre realizzato a partire da uno schema semplificato che ne rappresenta i componenti, l’intensità di corrente e le loro forme d’onda. Lo schema viene disegnato proprio seguendo gli stessi simboli che verranno poi inseriti sui singoli elementi che compongono l’impianto. Tali simboli sono convenzionali per molti Paesi, così da facilitare lo scambio commerciale di prodotti tra diverse nazioni e riconoscere le diverse normative da rispettare.

Partiamo dai simboli più semplici ed essenziali:

  • gli interruttori vengono raffigurati con una linea interrotta, spezzata lungo un continuo, come una porta che si apre;
  • la resistenza è rappresentata da specie si serpentina;
  • la lampadina viene indicata con una X contenuta all’interno di un cerchio;
  • i fusibili sono simboleggiati da un cilindro allungato
  • il generatore è indicato con una G cerchiata
  • le luci sono disegnate con una forma ovale all’interno di una serpentina
  • il commutatore è raffigurato da un cerchio con frecce in su e in giù
  • infine, il collegamento a terra viene rappresentato da tre linee chiuse e una linea verticale

Colori e sigle

Il sistema di simboli non si ferma alle icone utilizzate per indicare i vari elementi del circuito. La colorazione dei cavi elettrici è anch’essa utilizzata per indicare gli specifici utilizzi di ciascun cavo. I cavi di colore blu, marrone e nero vengono solitamente utilizzati per il passaggio della corrente alimentatrice, mentre quelli di colore giallo-verde per la messa a terra.

Lettere e sigle sono anche utilizzate per indicare il voltaggio del circuito. La presenza di lettere L1 e N indica un circuito di 110 V, L1 più L2 una tensione di 240 V, mentre, se compaiono tutte e tre le linee, allora il circuito sarà compreso tra i 110 e i 240 V.

Per concludere, esistono anche altre sigle o diciture che rappresentano i controlli effettuati e le certificazioni ottenute, come, ad esempio, la certificazione ISO 9001 per le verifiche periodiche.

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Impianti elettrici di ultima generazione, cosa prevede la normativa CEI 64-8

Impianti Elettrici Ultima Generazione

La norma di riferimento per la realizzazione di impianti elettrici è la CEI 64-8: cosa prevede e quali sono i fattori da considerare.

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La Norma CEI 64-8 per impianti elettrici

La Norma CEI 64-8 per impianti elettrici precisa tutte le regole che devono essere seguite per la progettazione e realizzazione di un impianto elettrico e costituisce il riferimento normativo per eseguire impianti elettrici a regola d’arte.

Questa riguarda gli impianti elettrici con tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e 1.500 V in corrente continua, per cui riguarda sostanzialmente tutta l’impiantistica in bassa tensione delle abitazioni e delle industrie.

Gli impianti elettrici possono essere classificati in 3 diverse tipologia a seconda del tipo di finalità e di prestazione richiesta:

  • Livello 1 – BASE: vengono stabiliti gli standard qualitativi e quantitativi minimi
  • Livello 2 – STANDARD: è un impianto più versatile che permette un sistema di controllo tale da scollegare solo alcune zone senza dover staccare l’intero impianto
  • Livello 3 – DOMOTICA: riguarda tutti quei sistemi avanzati dal punto di vista tecnologico che permettono il controllo remoto dei dispositivi utilizzatori

Rispettare sempre le condizioni di sicurezza

Per realizzare impianti di ultima generazione, la normativa di riferimento prevede controlli e verifiche in grado di garantire il massimo della sicurezza. L’obiettivo principale è quello di ridurre il rischio di imprevisti in caso di guasto e facilitare tutte le operazioni di manutenzione, considerando le complicazioni che possono essere causate dall’ambiente esterno.

Considerare il dimensionamento

L’impianto elettrico deve essere dimensionato per sostenere una potenza minima di almeno 3 kW. Le abitazioni superiori a 75 mq devono invece essere progettate con un impianto elettrico con potenza minima di almeno 6 kW. Così nel caso in cui si dovessero manifestare richieste energetiche d’emergenza, non ci sarà bisogno di intervenire sull’impianto esistente, ma si avrà la situazione già predisposta.

Dispositivi di protezione

 La normativa sugli impianti prevede inoltre la presenza di almeno 2 interruttori differenziali così da dividere l’abitazione in almeno due circuiti differenti. Così è possibile evitare il black out completo dell’abitazione.

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Rifacimento impianto elettrico, tutto ciò che devi sapere

Rifacimento Impianto Elettrico

Quando e come procedere con il rifacimento dell’impianto elettrico: cosa dice la normativa. Tutto quello che devi sapere.

A seguito delle innovazioni tecnologiche nel settore e dell’introduzione di nuove normativa per la regolamentazione, molti degli impianti elettrici installati prima degli anni ’90 risultano obsoleti e necessitano di essere rinnovati.

Il rifacimento dell’impianto è un’operazione necessaria, per quanto onerosa, sia per garantire efficienza e funzionamento dell’impianto che per ragioni di sicurezza. La procedura deve essere affidata a dei professionisti iscritti all’albo, come lo staff tecnico di Caliaro Impianti, in grado di fornire la giusta assistenza anche per gli interventi murari richiesti dalle operazioni. Di seguito approfondiamo in breve come è cambiata la normativa di riferimento negli ultimi anni e di cosa si compone un impianto elettrico a norma.

La normativa di riferimento

Per la messa in sicurezza e il rifacimento degli impianti elettrici ci si attiene a quanto contenuto nella legge 46/90, che sancisce le regole da seguire per la corretta installazione di qualsiasi tipo di impianto, industriale e non. Tra le altre cose, la legge ha introdotto anche l’obbligo di farsi rilasciare un documento di certificazione per la messa in sicurezza, chiamato dichiarazione di conformità, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo.

Il Comitato Elettrotecnico Italiano ha inoltre emanato una norma a cui bisogna fare riferimento per l’installazione e il rifacimento di impianti elettrici civili. La norma CEI 64-8 impone l’obbligo di dotare l’impianto della messa a terra e di rispettare le prestazioni minime obbligatorie per il risparmio energetico. Perdipiù un impianto conforme alle normative deve possedere certo numero di componenti e requisiti specifici di cui parliamo qui sotto.

Componenti e struttura dell’impianto

Un impianto elettrico ha delle componenti e una struttura molto precise. Si differenzia per la distribuzione dei cavi, per la potenza massima raggiungibile nel circuito e per la disposizione dei punti luce. La componente centrale di un impianto è il contatore: un dispositivo che permette di distribuire energia elettrica e al contempo contabilizzare i consumi.  Da esso si diramano i cavi che distribuiscono l’energia all’interno dell’edifico o dell’abitazione.

I cavi conduttori che alimentano i punti luce e le prese sono distinguibili in tre tipi: un tipo viene utilizzato per la fase di corrente e ha una colorazione variabile, un altro – blu – viene utilizzato per il neutro mentre quello giallo-verde viene usato per la messa a terra. Infine, anche per i punti luce esiste una precisa regolamentazione che definisce l’utilizzo di prese specifiche per ogni utilizzo: elettrodomestici, TV, prese per la cucina, e così via.

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Impianti elettrici speciali, cosa sono e perché utilizzarli

Impianti Elettrici Speciali

Cosa sono gli impianti elettrici speciali, come funzionano e quali sono quelli più diffusi. Una pratica guida per tutti.

Per impianto elettrico speciale si intende l’insieme di tecnologie e sistemi che, all’interno di un’abitazione, svolgono precise funzioni di sicurezza, comunicazione, supervisione e controllo. A prescindere dallo specifico ambito, il compito di questi impianti è quello di rilevare quando si presenta una qualsiasi anomalia come un’intrusione, un incendio, una fuga di gas o un allagamento. L’obiettivo di tali impianti è riuscire a notificare tempestivamente il proprietario riguardo a condizioni di pericolo per intervenire e contrastarle nel momento in cui si presentano. Nell’articolo di oggi parliamo delle principali tipologie di impianti elettrici speciali e della loro utilità in casa.

Impianti antintrusione e di videosorveglianza

Tra gli impianti di sicurezza, i più diffusi e conosciuti sono gli impianti antintrusione e di videosorveglianza. Svolgono funzioni molto simili, essendo in grado di monitorare ingressi e spazi per prevenire o contrastare intrusioni e furti, sebbene si basino su funzionamenti diversi.

Gli impianti antintrusione si basano su degli allarmi cablati o via radio che permettono di sapere sempre quando viene violato lo spazio che si vuole proteggere. Gli allarmi possono avere protezioni volumetriche interne o perimetrali esterne e possono inoltre essere controllati da remoto per evitare falsi allarmi.

Gli impianti di videosorveglianza, invece, permettono di visionare in tempo reale gli esterni o qualsiasi locale di casa. Sono in grado di registrare ciò che riprendono, rilevare movimenti insoliti nelle inquadrature e possono anch’essi essere dotati di tecnologie per i controlli da remoto.

Altre tipologie di impianti speciali

Esistono molte tipologie di impianti speciali, oltre a quelli di antintrusione e videosorveglianza. In particolare, parliamo di impianti di controllo degli accessi, di rilevamento incendi e antiallagamento.

Gli impianti di controllo degli accessi sono più utilizzati per edifici industriali o in generale per qualsiasi attività che necessiti di controllare e regolare gli ingressi e le uscite di una determinata area. Permettono di registrare l’identità di chi accede e le fasce di orario in cui entra ed esce tramite la semplice lettura di un badge o di un tag, o attraverso l’uso di un terminale biometrico o un’installazione di lettura targhe.

Gli impianti di rilevazione incendi e gli impianti antiallagamento fanno esattamente ciò che suggeriscono. I primi sono in grado di rilevare e segnalare la presenza di un principio di incendio, basandosi sulla presenza di particelle di fumo nell’aria; i secondi sono invece dotati di sensori in grado di rilevare le perdite di acqua.

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